Ogni uomo, proprio in quanto uomo, deve riconoscere il suo Creatore (suum intelligere debet auctorem), e sottomettersi alla sua volontà, tanto più quanto più attentamente considera il proprio niente.
Purtroppo, noi sue creature, siamo stati molto trascurati nei confronti di Dio. Ci sono stati donati i comandamenti, e noi ci siamo rifiutati di obbedirvi; sono stati aggiunti gli esempi e noi non abbiamo voluto seguire gli esempi offerti a noi dagli uomini sottomessi alla Legge. Col pretesto che Dio ha parlato apertamente a uomini sottoposti alla Legge, non ci siamo sentiti legati a precetti che non sono stati indirizzati a noi personalmente.
S. Gregorio Magno, Commento Morale a Giobbe, I/1, Roma 1992, p 95